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                    In ricordo di Giuliacarla Cecchi
                    di Eva Desiderio - La Nazione - 22 novembre 2022                

Onore alla madre, e che madre! Creativa, coraggiosa, intraprendente, sofisticata, all’avanguardia e sempre gentile. Giuliacarla Cecchi vista con gli occhi dell’amore e dell’ammirazione dalla figlia Pola Margherita Cecchi che ogni anno la ricorda ai fiorentini e al mondo col Premio Giuliacarla Cecchi, il 13 novembre scorso, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio con gala e sfilata delle più belle creazioni storiche della maison di via Jacopo da Diacceto a Firenze. A vincere il prestigioso riconoscimento all’alta moda artigianale e dunque altissima di Giuliacarla (che volle sempre firmare le collezioni coi suoi due nomi tutti attaccati) sono stati tre studenti di scuole di Moda internazionali, la prima classificata Elena Su e poi Leonardo Martines e Wang Han. Nell’occasione si sono festeggiati i novant’anni dell’Atelier nato a Capalle dove la Cecchi era nata nel 1913 (il cognome da ragazza era Ciulli, è scomparsa nel 2005) trasferito poi da lei stessa col marito Francesco Cecchi nel 1963 in via Jacopo da Diacceto dove è ancora la sartoria e i suoi tesori d’archivio. A Pola Margherita è toccata una enorme eredità, quella di tramandare tradizione e innovazione della sartoria fiorentina ai più giovani, un impegno costante e appassionato, fatto col cuore. Ed è bello ricordare la grazia e la gentilezza di Giuliacarla, la sua crocchia di capelli candidi, le mani svelte e sapienti, il rimpianto accorato per il figlio Marzio Cecchi, architetto, scomparso in un incidente a New York nel 1990, l’ammirazione per il lavoro di Pola Margherita che nel 2003 ha donato tre abiti d’alta moda al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti.
Cavaliere della Repubblica nel 1986 per meriti di lavoro la grande couturiere fiorentina ha disegnato e realizzato anche alcuni bellissimi paramenti liturgici per la Sacrestia di San Miniato al Monte: era il 1993 e Giuliacarla era molto commossa.

                    Giuliacarla la signora della moda
                    di Eva Desiderio - La Nazione                 

 

Quando la moda femminile, tra anni Settanta e Ottanta, è voltata via a Milano col pret-à-porter lei è stata l’ultima delle maison di moda fiorentine ad andare a presentare sotto la Madonnina. "E’ il mio grande rimpianto che la nostra moda donna sia dovuta partire", diceva con una punta di nostalgia Giuliacarla Cecchi, couturière eccelsa, maestra di nastri che si inseguono in sublimi abiti da sposa e inarrivabili motivi goffrati che l’hanno sempre vista primeggiare. Simpatica, elegante, saggia coi suoi capelli pepe e sale raccolti a chignon sul bel viso sincero, questa Signora della Moda che Firenze dovrebbe sempre più ricordare per la bravura e il coraggio di sarta-imprenditrice, ha lavorato con impegno all’idea di altissimo artigianato che oggi va tanto di moda, spesso a sproposito. Nel cuore della creativa è stato sempre vivo il ricordo del figlio perduto prematuramente, l’architetto Marzio Cecchi, alla memoria del quale Giuliacarla aveva donato una preziosa casula alla Basilica di San Miniato a Monte. Tre suoi modelli da anni fanno parte della collezione del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. . "Non so cucire, ma disegno tutto io" raccontava nell’atelier di via Jacopo da Diacceto 14, fondato nel 1933, dove ha sempre ha sede la casa di moda diretta dalla sua scomparsa nel 2005 con estro e fedeltà raffinata dalla figlia Pola Cecchi che porta avanti il prestigio del marchio. Ora dopo la pausa del 2020 dovuta alla pandemia, è ritornato il Premio Giuliacarla Cecchi, dedicato ai giovani aspiranti stilisti delle scuole di moda di tutto il mondo. Anche in questa edizione, la VII, molte sono state le proposte arrivate sul tavolo di Pola Cecchi. Il Premio, nato per festeggiare il centenario della nascita di Giuliacarla, quest’anno ha scelto il Tepidarium del Roster. Qui hanno sfilato i 10 finalisti del concorso. Pola Cecchi ha creato l’associazione no-profit, "SIstema copernicano" per mettere in contatto i giovani artisti con le aziende di produzione. Attività mai tanto preziosa per dare le ali ai giovani più meritevoli.

"Pola Cecchi, onorata, ringrazia Eva Desiderio, una delle più brave giornaliste di moda, per aver pubblicato un articolo che parla in modo "vero" e "vivo" di sua madre in occasione del Concorso Internazionale Premio Giuliacarla Cecchi."

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